Il presidente nazionale Vittorio Messina: “serve un piano straordinario per il salvataggio ed il rilancio del settore”
Un intervento fuori dall’ordinario, per garantire i sostegni adeguati ad imprese e lavoratori per affrontare la crisi, e per disegnare il rilancio del turismo italiano.
E’ quanto proposto dal Presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina agli Stati Generali.
“Lo scenario di breve periodo è molto difficile”, ha spiegato Messina. “Sulla base delle prenotazioni arrivate fino ad ora, e anche includendo la possibilità di una quota di prenotazioni last minute superiore al normale, stimiamo per i tre mesi estivi un calo di oltre 50 milioni di presenze. A pesare soprattutto lo stop del turismo straniero: nelle nostre mancheranno oltre 40 milioni di presenze estere. Sulla base di queste previsioni, stimiamo una perdita 82mila posti di lavoro, stagionali e non. Collegato al comparto c’è il settore della somministrazione, un’eccellenza italiana nel mondo. Economia della distanza e smartworking lo stanno mettendo sotto pressione”.
“Dobbiamo agire – ha insistito il Presidente di Assoturismo – su due direttrici: salvataggio e ripresa. Da un lato dobbiamo rafforzare i sostegni introdotti per permettere alla filiera di superare l’emergenza. Dall’altro procedere ad una accurata programmazione, per disegnare il rilancio del settore e risolvere i suoi problemi strutturali. Alcuni problemi sono strutturali per il sistema Italia, non solo per il turismo. Penso alla CIG. L’estensione di altre quattro settimane è un fatto molto positivo. Una buona norma che però rischia di essere resa inefficace dagli eccessi burocratici. Bisogna cambiare metodo, serve semplificazione. Seguiamo l’esempio di quanto fatto per il contributo perduto, di cui l’Agenzia delle entrate ha garantito l’erogazione in dieci giorni”.
“Al settore – ha continuato – serve un piano: un insieme integrato di azioni, articolate per un periodo medio-lungo, per passare dall’emergenza allo sviluppo, riqualificando le imprese e investendo in tecnologia con il supporto di incentivi ed investimenti pubblici. Si può partire dal Piano Strategico di Sviluppo del Turismo varato nel 2016 e valido fino al 2022. Va rivisto profondamente alla luce della crisi e dotato di risorse, la cui mancanza è il peccato originale del piano. Nell’ottica della definizione del Piano, proponiamo una serie di interventi che vanno nelle due direttrici di cui abbiamo parlato, salvataggio e ripresa”.
“La frammentazione delle competenze a livello regionale non ha funzionato. Abbiamo bisogno di centralizzare. Abbiamo spesso proposto un Ministero del turismo. Serve comunque una regia coordinata a livello nazionale. La costituzione di un fondo di emergenza è l’esigenza più immediata del settore. Il turismo continuerà ad essere penalizzato anche finita l’emergenza. Bisogna stanziare risorse ad hoc a favore di imprese e professionisti. Il Fondo dovrà avere una dotazione di almeno 2,5 miliardi per l’anno 2020. Un ulteriore strumento può essere la realizzazione di “zone franche turistiche”. Sulla falsariga di quanto previsto per le Zone franche urbane, vanno previste, anche temporaneamente, misure agevolative di defiscalizzazione e decontribuzione per le imprese. In Italia ci sono 71 comuni che registravano, prima della crisi, oltre 500mila pernottamenti di turisti stranieri all’anno, e che sono a nostro avviso candidabili ad ottenere lo status di zona franca del turismo”.
“Le Istituzioni, giustamente, hanno dato attenzione all’evoluzione di Ecobonus e Sismabonus per gli anni 20 e 21. Prevediamo un’estensione alle stesse condizioni del credito di imposta sulle ristrutturazioni per strutture alberghiere e commerciali. Daremmo una spinta al riammodernamento strutturale del comparto HORECA e al rilancio dei comparti industriali, manifatturieri e dei servizi. Il risultato sarebbe un sistema turismo più competitivo. Bisogna rafforzare l’accessibilità del paese e la mobilità interna: servono più corse di traghetti, più collegamenti aerei, più alta velocità e un rafforzamento della dotazione infrastrutturale nel Mezzogiorno”.
“All’emergenza si fa fronte anche con la flessibilità. Riteniamo utile a questo fine la reintroduzione dei Voucher di lavoro occasionale come supporto alle aziende. Bisogna tagliare il costo del lavoro. Per bar e ristoranti serve una moratoria di ogni forma di finanziamento a 18 mesi, prolungamento della CIG, abbattimento costo del lavoro per chi riparte. Agiamo anche sul fisco locale! Tosap e Cosap vengono pagate anche dalle imprese che sono state chiuse. Per il sostegno ai balneari, invece, è necessario portare al 10% l’IVA sulle concessioni demaniali. Mettiamo subito in sicurezza le cosiddette imprese balneari “Pertinenziali””.
“Per gli alberghi – ha aggiunto Messina – necessario agire sulle utenze. Chi per ciascun mese successivo a febbraio 2020, abbia ridotto i consumi energetici di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019, non paghi i costi fissi e di distribuzione. Ma servono anche incentivi, in forma di decontribuzione, per chi riassume i lavoratori. Per le agenzie di viaggio e tour operator, invece, è prioritario ampliare ad un trimestre il contributo a fondo perduto. Ma anche estendere il periodo credito d’imposta sugli affitti e la cassaintegrazione, almeno fino a fine anno”.
“Anche l’animazione turistica e territoriale ha bisogno di sostegni: pensiamo a un contributo economico a fondo perduto, del 20% del fatturato 2019 per chi fa fino a 500mila euro, del 10% per le imprese con un fatturato superiore. Da abbassare anche l’aliquota IVA, dal 22 al 10%. Serve un indennizzo invece per guide e accompagnatori: almeno mille euro mensili fino al 31 marzo del 2021, da affiancare con decontribuzione e defiscalizzazione per l’anno in corso, con sospensione di un anno dei termini di versamento dei saldi 2019
“Per la ricettività extralberghiera, invece, ci sono due interventi chiave. Per le imprese costituite dopo Aprile 2019, bisogna spostare il calcolo del computo ad un mese diverso. Poi, per il rilancio, ridefinire il rapporto con le OTA, cruciale per il settore. Puntiamo anche su camping e turismo open air: diamo l’esenzione Tari per tutto il 2020, e una proroga moratoria mutui e leasing fino a settembre 2021. Senza dimenticare nemmeno il noleggio con conducente di vetture e bus: il settore va annoverato tra le attività di interesse turistico. Serve una consulta ed un fondo nazionale per settore e il recupero delle accise sul gasolio anche per il trasporto passeggeri non di linea. Anche in questo caso, proponiamo la sospensione dei leasing e dei mutui almeno fino al 31 marzo 2021″.
Leggi l’intero DOSSIER presentato da Assoturismo agli Stati Generali.
Disponibile anche lo studio integrale Assoturismo-CST contenente le previsioni sul trimestre estivo.