Registro carico e scarico di cereali e farine di cereali, Fiesa Confesercenti CNA Agroalimentare e Confartigianato Alimentazione scrivono al Ministro dell’Agricoltura: forte contrarietà e richiesta di audizione
Con una nota unitaria al Ministro delle Politiche agricole Alimentari e Forestali ad interim Prof. Avv. Giuseppe Conte e al Sottosegretario di Stato On. Giuseppe L’Abbate, Assopanificatori Fiesa Confesercenti, Cna Agroalimentare e Confartigianato Alimentare hanno formalizzato la loro contrarietà all’istituzione del registro di carico e scarico di cereali e farine di cereali
Nella nota le Federazioni dell’alimentazioni di Confesercenti CNA e Confartigianato, più rappresentative della panificazione italiana, composta da oltre 25.0000 imprese e da circa 250.000addetti, oltre che del complesso e variegato mondo dei laboratori artigiani e delle PMI (pastifici, pizzerie, piadinerie, etc.), hanno richiamato l’attenzione del Ministro e del Sottosegretario sul recente provvedimento contenuto nella legge finanziaria 2021-L.178/2020, commi 139-143- che ha istituito ex novo un Registro telematico di carico e scarico di cereali e farine di cereali.
Il nuovo obbligo, prosegue la nota, che implica la registrazione nell’apposito Registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del sistema informativo agricolo nazionale (Sian), si configura come un nuovo inutile aggravio burocratico e gestionale per le nostre imprese, considerato che le stesse applicano già sistemi di tracciabilità, e che nel contempo sono chiamate ad affrontare una crisi strutturale dei consumi, aggravata dalle misure limitative imposte, per fronteggiare i contagi da covid-19, a carico del settore HORECA della ristorazione, importante canale di sbocco della loro produzione. In questo senso dicono i tre Presidenti “La previsione di registrare obbligatoriamente nel suddetto Registro le operazioni di carico e scarico per chiunque detenga, a qualsiasi titolo, cereali e farine, se la quantità del singolo prodotto supera le 5 tonnellate annue, non coglie la specificità di un settore altamente professionalizzato come quello della panificazione e dei laboratori artigiani, che lavora, trasformandole, esclusivamente farine e non già prodotti di prima produzione come cereali e grano. Se, dunque, la finalità è quella di istituire un monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale, estenderlo ai panificatori e ai laboratori artigiani appare sproporzionato e non congruo alle finalità dichiarate.”
Da rilevare inoltre, aggiunge la missiva, che “La previsione legislativa introdotta peraltro non influisce minimamente sulla annosa questione della produzione abusiva di pane e di altri prodotti di laboratorio, di cui non si conosce la provenienza delle materie prime, perché sottratte ad ogni tracciamento, né su quella altrettanto dannosa delle importazioni di pane congelato dall’estero, pronto per la doratura.”
Le tre Federazioni concludono dicendo che “A fronte del nuovo obbligo le imprese rappresentate esprimono forte contrarietà e preoccupazione per i risvolti gestionali e amministrativi del nuovo onere e chiedono che in sede di attuazione del decreto ministeriale si ascoltino le scriventi rappresentanze imprenditoriali ai fini della definizione delle modalità attuative, anche ridefinendo il perimetro del nuovo obbligo, in coerenza con le finalità dichiarate dal legislatore”.