Le Federazioni Assopanificatori, aderenti a Fiesa Confesercenti, Cna Agroalimentare e Confartigianato Alimentazione hanno ribadito, nell’incontro di filiera promosso dal Mipaf, il 10 giugno, la loro netta contrarietà all’estensione dell’obbligo di istituzione di un registro di carico e scarico per i cereali e le farine di cereali.
Le suddette Associazioni, più rappresentative della panificazione italiana, composta da oltre 25.0000 imprese e da circa 250.000 addetti, oltre che del complesso e variegato mondo dei laboratori artigiani e delle PMI (pastifici, pizzerie, piadinerie, etc. ), hanno richiamato l’attenzione degli uffici ministeriali diretti dal dr. Polizzi, sul provvedimento attuativo in corso di definizione presso il Ministero in riferimento all’attuazione della L.178/2020, commi 139-143- che ha istituito ex novo un Registro telematico di carico e scarico di cereali e farine di cereali.
Le Associazioni, in riferimento all’emanando provvedimento, che impone la registrazione nell’apposito Registro telematico, istituito nell’ambito dei servizi del sistema informativo agricolo nazionale (Sian), hanno riconfermato a più voci nel corso dell’incontro che non dovrebbe riguardare le imprese da loro rappresentate (panifici, pasticcerie, pastifici, pizzerie, piadinerie, etc), in quanto le stesse lavorano, trasformandole, esclusivamente farine e non già prodotti di prima produzione presenti sul territorio nazionale come cereali, tra cui il grano, il cui monitoraggio rappresenta la finalità della legge.
In questo senso gli intervenuti in rappresentanza delle Associazioni hanno rimarcato che l’estensione dell’obbligo a carico delle imprese rappresentate sarebbe quindi sproporzionato e non congruo alle finalità legislative dichiarate, configurandosi come un nuovo aggravio burocratico e gestionale, considerato che le stesse applicano già sistemi di tracciabilità e registrazione delle materie prime utilizzate, oltre alla necessaria considerazione sull’enorme mole di dati che verrebbero inutilmente registrati ad ogni passaggio di anello della filiera, con un effetto moltiplicatore di dubbia utilità.
Fiesa Confesercenti, Cna Alimentare e Confartigianato Alimentazione hanno sottolineato che poiché la previsione legislativa è finalizzata al monitoraggio della produzione cerealicola presente sul territorio nazionale, il campo di applicazione dovrebbe riguardare esclusivamente la fase produttiva e quella di ingresso sul territorio nazionale di cereali e farine di cereali, senza essere allargato – con un aggravio di incombenze di carattere burocratico tanto notevole quanto inutile – alla filiera a valle la cui estrema complessità moltiplicherebbe all’infinito la replicazione di dati noti all’origine.
In conclusione, le suddette Associazioni maggiormente rappresentative, a nome delle imprese rappresentate, hanno ribadito la loro netta contrarietà e preoccupazione per i risvolti gestionali e amministrativi che potrebbero derivare dall’emanando decreto e chiesto l’espressa esclusione delle stesse dal campo di applicazione per le motivazioni evidenziate, in coerenza con le finalità dichiarate dal legislatore.