AssoTerziario: si è riunito il coordinamento nazionale

Tra gli argomenti affrontati iniziative su rigenerazione urbana e web tax. Allo studio azioni su monetica

Si è riunito il 28 febbraio su piattaforma telematica il Coordinamento nazionale AssoTerziario presieduto dal Presidente Nico Gronchi.

Prima di entrare nella discussione dei vari punti posti all’ordine del giorno il Presidente ha voluto sottolineare la straordinarietà del momento storico che vive il mondo, ritornato a confrontarsi con la drammatica situazione internazionale segnata dalla guerra nel cuore dell’Europa a seguito dell’aggressione della Russia all’Ucraina.

L’incontro ha quindi proseguito i lavori introdotti dal Coordinatore Gaetano Pergamo che ha brevemente illustrato i vari punti all’ordine del giorno su cui si è poi sviluppato il confronto.

Sul punto riguardante la sostenibilità  e la rigenerazione urbana, il Presidente Gronchi ha evidenziato che tra il 2012 e il 2020 è proseguito il processo di desertificazione commerciale: dalle città italiane sono sparite, complessivamente, oltre 77mila attività di commercio al dettaglio (-14%) e solo nel 2021, nei centri storici dei 110 capoluoghi di provincia e altre 10 città di media ampiezza, si registrerà per la prima volta nella storia economica degli ultimi due decenni anche la perdita di circa un quinto delle imprese di alloggio e ristorazione. Il rischio di non “riavere” i nostri centri storici come li abbiamo visti e vissuti prima della pandemia e insieme a loro la nostra qualità di vita è, dunque, molto concreto. Da questi dati occorre partire per un importante progetto di rigenerazione urbana, tenendo conto degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU che  tracciano una rotta chiara in direzione della crescita – economica e sociale, della green economy e green jobs, dello sviluppo di infrastrutture, dei servizi e opportunità, senza danneggiare e depauperare le risorse. L’azione promossa deve puntare a ottenere energia e acqua pulita, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, un’urbanizzazione inclusiva, partecipativa ed ecologica, per l’accessibilità, per la riduzione di smog, rumore, rifiuti e, più in generale, per tutelare la salute, il benessere, la qualità della vita delle persone. AssoTerziario mira a politiche per lo sviluppo per tornare a crescere garantendo un habitat migliore alle nuove generazioni. Va in questo senso la proposta di dare competitività al paese e attrarre gli investimenti, ridare efficienza, sicurezza e vivibilità alle 100 città italiane che ospitano il 67% della popolazione, che sono il principale patrimonio non solo culturale ma anche economico del Paese producendo l’80% del PIL e al contempo valorizzare le piccole realtà ed esperienze di aggregazione nate all’interno delle comunità urbane. Va perciò attivato un Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile che punti alla messa in sicurezza e rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico e privato; al ridisegno delle sfere di influenza nelle città, ricentrando i temi dell’urbanistica e della vivibilità e dei servizi; al riequilibrio del ruolo della proprietà immobiliare; alla drastica riduzione del consumo del suolo e degli sprechi degli edifici; alla rivalutazione degli spazi pubblici, del verde urbano, dei servizi di quartiere; alla razionalizzazione della mobilità urbana e del ciclo dei rifiuti; all’implementazione delle infrastrutture digitali; alla salvaguardia dei centri storici e alla loro rivitalizzazione evitando di ridurli a musei.

Per la formulazione del manifesto per la Rigenerazione Urbana il Presidente ha  proposto la costituzione di un GDL (gruppo di lavoro) che  origina dalle esperienze note del sistema Confesercenti nazionale e da attività che si sono concretizzate nel corso del tempo sul territorio ad opera di dirigenti e strutture territoriali. Sulla base di queste è stato selezionato un GDL che potrà operare proposte di progetti, iniziative, linee di sviluppo e di interventi a livello nazionale e territoriale socializzando le migliori pratiche del sistema confederale, operando nello spirito del work in progress e potendo quindi essere implementato da professionisti del  sistema e da tecnici e accademici di riferimento del mondo Confesercenti. Il GDL potrà contare sulla collaborazione di Barbara Quaresmini (Confesercenti Brescia), Raffaella Altamura (Confesercenti Bari),- Cristian Domizio (Fondazione Sviluppo Urbano Firenze),- Michele Lacchin ( Confesercenti Venezia ),- Pasquale Giglio (Confesercenti Napoli), Carlo Chiama (Confesercenti Torino).

Il Presidente ha quindi introdotto il punto riguardante la web Tax illustrando le linee di lavoro della proposta di interesse di AssoTerziario per fine mese, 30 marzo. Si pensa ad un confronto a più voci sulla  web tax con riferimento al digital divide Italia Europa e alle  politiche economiche per la corretta concorrenza tra imprese e per favorire processi d’innovazione d’impresa. La proposta di iniziativa sulla web tax parte dalla considerazione che i processi di globalizzazione dell’economia si spingono su frontiere sempre più avanzate, favorite da scambi commerciali sempre più interconnessi dal progresso tecnologico. Un dato che rende i mercati nazionali contendibili da attori operanti su scala globale, mettendo in rilievo i limiti della potestà impositiva degli Stati. La digitalizzazione ha accelerato la connessione dei mercati ed ha reso possibile l’ottimizzazione dei processi produttivi e nuove economie di scala, con ingenti guadagni per le imprese multinazionali operanti sul web, anche in ragione di assai consistenti vantaggi fiscali e para fiscali. Come sempre i processi economici sono complessi e portatori di innovazioni di marginalizzazione. In questo senso il mercato digitale ha superato – quasi un residuato della fiscalità dell’economia industriale – le tradizionali politiche impositive degli stati. Di fronte alla mobilità dei profitti, non riferibili alla fiscalità degli Stati nazionali in cui si realizzano, si creano immense aree di profitti non tassabili. Ciò crea importanti disparità concorrenziali con le imprese dei mercati nazionali sottoposte a regimi fiscali più stringenti, anche quando operano con le medesime modalità on line. Con un doppio impatto negativo: sulle imprese tradizionali e sulle entrate degli Stati. Si pone dunque un problema di politica fiscale e di Web Tax che non può che essere di politica europea e di armonizzazione delle legislazioni dei paesi membri. Alla luce di quanto sopra AssoTerziario vuole organizzare un’iniziativa di confronto tra i punti di vista degli imprenditori che vivono sul campo la competizione economica con i diversi attori della filiera pubblica nazionale e delle istituzioni europee, chiamati a confrontarsi con  la sfida di politiche impositive che definiremmo transnazionali. L’intento è quello di focalizzare i punti di convergenza e indicare quelli maggiormente critici sui quali sarebbe opportuno intervenire per una corretta imposizione delle imprese digitali sia per combattere paradisi fiscali sia per la corretta concorrenza.

Il coordinamento ha quindi affrontato il tema dell’analisi del quadro economico complessivo emergente dall’andamento del comparto, all’indomani del biennio pandemico e nel pieno della più grande crisi internazionale in Europa dal secondo dopoguerra del ‘900. Sul punto è intervenuto il responsabile dell’ufficio economico di Confesercenti Antonello Oliva che  nel dettagliare il comparto ha osservato che il  terziario nel suo complesso comprende attività economiche eterogenee tra loro. Settori tradizionali ad alta intensità di lavoro, come i trasporti, i ristoranti o i servizi alle persone, si trovano a fianco di attività moderne a elevato valore aggiunto pro capite, come le telecomunicazioni, la ricerca, la sanità. Nella loro eterogeneità, tuttavia, i servizi presentano alcune caratteristiche comuni che li distinguono in qualche modo dai beni: sono prodotti intangibili, istantanei (cioè che si esauriscono al momento della produzione), non immagazzinabili, non trasportabili, realizzati in presenza del consumatore da cui sono inseparabili (si pensi a un taglio di capelli, o a un’operazione clinica, impossibili da realizzare in assenza del consumatore dei servizi stessi). Nonostante alcuni di questi attributi siano diventati obsoleti per le tecnologie della comunicazione, che consentono lo sviluppo di servizi a distanza, nella sostanza sono categorie che ancora aiutano alla comprensione delle attività terziarie che nel complesso accrescono l’ importanza dei servizi nei processi di sviluppo economico. Negli ultimi cinquant’anni, infatti, lo sviluppo dei paesi avanzati è stato caratterizzato da una riduzione progressiva del peso dell’agricoltura e dell’industria, quanto meno in termini di addetti, e da una crescita continua del settore dei servizi, misurata in termini di valore aggiunto e occupazione. Capire cosa è successo nel biennio pandemico è importante per comprendere cosa ci aspetta considerato che l’indice di terziarizzazione dell’economia, misurato dal rapporto tra occupati nel settore terziario e occupazione totale, ha superato il 70% nei paesi più avanzati. Per fare questo e realizzare un Osservatorio di tipo congiunturale, cioè di monitoraggio della situazione del settore si osserveranno i dati dei conti nazionali e dell’occupazione, del valore aggiunto, delle dinamiche settoriali, dei fatturati.

Si è quindi aperto il dibattito tra i membri del coordinamento in rappresentanza delle imprese del settore che hanno segnalato l’interesse per le proposte illustrate e indicato temi di lavoro quali la monetica, che assume un rilievo sempre più centrale nella gestione e nei costi di impresa; lo sviluppo delle attività svolte in modalità infotelematiche, dalla pubblicità, sempre più internettizzata, all’e-commerce, all’ibridazione d’impresa; la riarticolazione del mondo dell’intermediazione che intercetta flussi di business in mondi diversi e lontani; la crescente illegalità che penetra in contesti ritenuti più che sorvegliati.

Temi sui quali il Coordinamento tornerà con iniziative appropriate.

 

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