NCC: Federnoleggio Confesercenti chiede un confronto urgente al Governo, trovare una soluzione alla mobilità turistica e attivare finalmente il registro elettronico nazionale

“Il Ministro del Turismo Santanchè ha parlato della necessità di aumentare la qualità dei servizi delle città e che non è possibile che i turisti arrivino nelle stazioni e negli aeroporti italiani e trovino file e file di taxi. E per questo ha chiesto ai sindaci di agire. Il Ministro Santanché esprime ciò che noi ripetiamo inutilmente a tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, ma Milano non rilascia titoli NCC da 30 anni e Roma da 20. E questo non è un bene per la mobilità turistica in Italia”.

Così Luigi Pacilli, presidente di Federnoleggio Confesercenti, in una nota.

“Abbiamo la speranza che l’attuale Governo voglia e possa ascoltare non solo noi, ma anche l’unanime coro che da più parti si va sollevando in Italia ed Europa. Per questo ribadiamo la disponibilità ad essere convocati dal Governo, per avviare con urgenza un confronto serio e produttivo sul tema NCC, che si intreccia a filo doppio con il turismo di cui libertà, facilità e qualità del trasporto persone, individuale e collettivo, sono la quintessenza”.

“L’orientamento della volontà politica locale su questo tema ha reso surreale il primo approccio turistico al nostro Paese in aeroporti, porti e stazioni. Approccio che l’Italia e i turisti non meritano. È necessario attivare il REN Registro Elettronico Nazionale, ancora fermo nonostante sia legge nazionale da inizio 2019. E si deve prendere atto della Sentenza del Consiglio di Stato che impone ad un Comune pugliese di restituire il titolo ingiustamente revocato ad una delle nostre PMI. Ed è necessario anche prendere atto della sentenza della Corte di Giustizia UE che, nell’agglomerato urbano di Barcellona, ha ritenuto contraria al diritto comunitario la limitazione del numero di licenze per noleggio veicoli con conducente”.

“La Corte di Giustizia europea ha certificato quindi che la sostenibilità economica del servizio taxi è inidonea a giustificare la misura protezionistica contro gli NCC. Con l’attuale normativa, un NCC torinese non può lavorare a Cuneo ma uno francese sì. Un NCC milanese non può lavorare a Como ma uno francese o svizzero sì. Un NCC veronese non può lavorare a Venezia ma uno austriaco o balcanico sì. È necessario un confronto urgente per ottenere insieme ciò che l’Italia merita, anche nella mobilità turistica”.

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