Assolavaggisti in una lettera al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani denuncia come: “Ogni anno 2,5 miliardi di litri di acqua potabile, pari a quella utilizzata da una media città italiana di 50 mila abitanti, viene usata per lavare autovetture nei tanti piccoli autolavaggi “simil artigianali” irregolari, privi delle necessarie autorizzazioni ambientali”.
“Assolavaggisti – si legge nella lettera al Ministro – da anni si batte per la difesa dell’ambiente e per chiedere uniformità amministrative nel settore, necessarie a tutelare il Paese dall’uso improprio della risorsa idrica e delle acque di scarico, che rischiano di inquinare le falde acquifere e i torrenti”.
“Per la nostra categoria – prosegue la lettera – si tratta di contrastare una concorrenza sleale perpetrata nei confronti di un settore che conta circa 12 mila attività e oltre 50 mila addetti, regolarmente autorizzati, dotati di Autorizzazioni Uniche Ambientali (AUA) obbligatorie che prevedono procedure molto complesse, per il loro rilascio, e ingenti investimenti, anche in termini depurativi. Le nostre attività usano acqua non potabile e ne prevedono il riciclo di circa il 70%, oltre al recupero dei fanghi, poi smaltiti da ditte specializzate e con un uso attento di saponi e cere a basso impatto ambientale”.
“Al contrario – conclude Assolavaggisti – questi piccoli lavaggi artigiani, circa dieci mila, collocati nelle aree urbane delle città, vengono autorizzati con la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), che si ottiene con moduli in semplice autocertificazione inoltrati al Comune interessato e possono operare utilizzando acqua potabile. Un colpevole sperpero di una risorsa straordinariamente indispensabile, con un’ulteriore conseguenza negativa se si aggiunge che questa ingente quantità di acqua potabile, una volta trattata per il lavaggio delle auto, rischia di generare, senza adeguate strutture di recupero, depurazione e smaltimento delle acque nelle fogne pubbliche degli stessi edifici, un inquinamento di oltre 2,5 milioni di metri cubi di acqua. A questi elementi, già di per sé gravi, si aggiunge il fatto che in questi piccoli lavaggi frequentemente non sono osservate le norme relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro e in essi, a vario titolo, vengono impiegati ragazzi, spesso immigrati, senza alcun contratto di lavoro stabile. Si stima un “esercito” tra i 15 ed i 20 mila lavoratori, con un’evasione contributiva di decine di milioni di euro l’anno”.
“Signor Ministro – conclude Assolavaggisti – per porre rimedio a questa vera e propria emergenza idrica, ma anche sociale, occorre intervenire legislativamente per evitare che attività così impattanti con l’ambiente possano essere autorizzate con una semplice Scia e, allo stesso tempo, avviare un’azione di risanamento e di conformità alla normativa ambientale anche per questi cosiddetti piccoli lavaggi. È in questo senso che Assolavaggisti chiede un suo intervento per mettere ordine alla materia, omogeneizzando i criteri per lo svolgimento dell’attività per la tutela dell’ambiente e del lavoro”.
L’articolo Emergenza idrica: Assolavaggisti scrive al Ministro Cingolani, autolavaggi irregolari sprecano 2,5 miliardi di litri di acqua potabile l’anno proviene da Confesercenti Nazionale.