L’avvio delle nuove zone arancioni, cui potrebbero passare cinque importanti regioni italiane, deve essere rimandato almeno a lunedì. Cambiare colore già domenica vorrebbe infatti dire infliggere un ulteriore grave colpo alle imprese, e in particolare a bar, pub, ristoranti e agli altri pubblici esercizi, che nei weekend generano la maggior parte del fatturato e che hanno già acquistato le forniture necessarie a lavorare.
A chiederlo è Fiepet, l’associazione delle imprese della somministrazione Confesercenti.
Dobbiamo evitare che si ripeta quanto avvenuto la domenica di San Valentino, quando il cambio di colore – comunicato come al solito con scarsissimo anticipo – ha portato alla chiusura improvvisa di decine di migliaia di attività. Per la ristorazione è stato un vero caos, costato alle imprese circa 250 milioni di euro di fatturato.
Per ridurre l’impatto negativo delle restrizioni su questo tipo di imprese, occorre posticipare l’avvio delle zone arancioni almeno a lunedì. Ma c’è bisogno anche di un cambio di metodo nella comunicazione: le imprese sono ormai esasperate dall’incertezza che, come al solito, accompagna e precede i procedimenti restrittivi. È inaccettabile che le attività non sappiano ancora se e in che modi potranno svolgere il proprio lavoro. Un problema sottolineato, nel suo discorso al Senato, anche dal Presidente Draghi: cosa aspettiamo a cambiare passo?