E’ la posizione esposta al neo Ministro Patuanelli da Fiesa Assopanificatori Confesercenti, Cna e Confartigianato
Con una nota unitaria le tre Federazioni dell’alimentazione di Confesercenti, Cna e Confartigianato hanno augurato buon lavoro al neo Ministro dell’Agricoltura Sen. Stefano Patuanelli.
Nella nota le tre Federazioni, dopo aver ricordato di essere le Associazioni più rappresentative della panificazione italiana, composta da oltre 25.0000 imprese e da circa 250.000 addetti, oltre che del complesso e variegato mondo dei laboratori artigiani, hanno richiamato l’attenzione del neo Ministro sul recente provvedimento contenuto nella legge finanziaria 2021-L.178/2020, commi 139-143- che ha istituito ex novo un Registro telematico di carico e scarico di cereali e farine di cereali.
Le tre Federazioni hanno detto al neo Ministro che “Tale nuovo obbligo, che implica la registrazione nell’apposito Registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del sistema informativo agricolo nazionale (Sian), si configura come un nuovo inutile aggravio burocratico e gestionale per le nostre imprese già chiamate ad affrontare una crisi strutturale dei consumi. Il nuovo onere appare peraltro sproporzionato rispetto agli obiettivi dichiarati della norma.”
La nota a firma dei tre Presidenti sottolinea che “La previsione di registrare obbligatoriamente nel suddetto Registro le operazioni di carico e scarico per chiunque detenga, a qualsiasi titolo, cereali e farine, se la quantità del singolo prodotto supera le 5 tonnellate annue, non coglie la specificità di un settore altamente professionalizzato come quello della panificazione e dei laboratori artigiani, che lavora, trasformandole, esclusivamente farine e non già prodotti di prima produzione come cereali e grano. Se, dunque, la finalità è quella di istituire un monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale, estenderlo ai panificatori e ai laboratori artigiani appare sproporzionato e non congruo alle finalità dichiarate. La previsione legislativa introdotta peraltro non influisce minimamente sulla annosa questione della produzione abusiva di pane e di altri prodotti di laboratorio, di cui non si conosce la provenienza delle materie prime, perché sottratte ad ogni tracciamento, nè su quella altrettanto dannosa delle importazioni di pane congelato dall’estero, pronto per la doratura.”
La nota si conclude con la netta “contrarietà e preoccupazione per i risvolti gestionali e amministrativi del nuovo onere e chiedono che in sede di attuazione del decreto ministeriale si ascoltino le scriventi rappresentanze imprenditoriali ai fini della definizione delle modalità attuative, anche ridefinendo il perimetro del nuovo obbligo, in coerenza con le finalità dichiarate dal legislatore.”