Occorrono controlli centralizzati e selettivi
Il quadro che emerge dalla conferenza stampa congiunta delle procure di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria sugli intrecci tra mafia e prodotti petroliferi è inquietante.
Per Assorem Confesercenti, Associazione reti energetiche per la mobilità, l’inchiesta delle procure certifica un vero e proprio salto criminale a quella che fino ad oggi per gli addetti ai lavori era stato solo una questione di illegalità diffusa. I magistrati hanno svelato- stando alle notizie apparse sulla stampa- che oggi siamo di fronte ad un vero e proprio apparato criminale articolato tra clan camorristici/ndranghetisti, rete distributiva, sistemi logistici anche raffinati, intermediazione professionale, collegamenti internazionali.
Non solo dunque piccoli proprietari di impianti che si arrangiavano per competere nel mercato, rifornendosi più o meno consapevolmente in evasione Iva e forse accise, ma importatori di prodotti pronti all’immissione sul mercato, titolari della filiera della logistica, passando per lo stoccaggio e i depositi, con un insieme di competenze che denota l’integrazione della filiera mafiosa nel settore dei carburanti tanto diffusa quanto radicata da far immaginare non solo un legame di acquisto vendita costante di prodotti di ma di integrazione funzionale della rete finalizzata alla sistematica infiltrazione nella rete. I provvedimenti cautelari per associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale sui prodotti petroliferi conferma il quadro devastante che esce dalle indagini tuttora in corso.
È un dato che la curva dell’illegalità sia cresciuta di pari passo con il diffondersi di depositi e reti, sino a toccare 240 marchi. L’auspicio è che le indagini vadano avanti ed evitino che la criminalità possa intercettare i finanziamenti del recovery fund, per la conversione elettrica dei punti vendita, essendo anche gli unici a potersi permettere investimenti milionari.
Da tempo – conclude Assorem Confesercenti – reclamiamo interventi mirati della politica sul punto. Occorrono controlli centralizzati e selettivi con la creazione di un pool investigativo specializzato nelle frodi carburanti. Il vero punto di criticità sono frontiere, depositi punti vendita sospetti.