“Sarebbe sbagliato se il Governo approvasse domani un provvedimento normativo senza la condivisione con le Regioni e i Comuni – che gestiscono le funzioni in materia – e senza la concertazione con le categorie interessate, che non sono solo quelle balneari, ma circa 150 mila aziende che operano sul demanio marittimo (dagli alberghi ai campeggi, dalla nautica ai ristoranti)”.
E’ quanto hanno dichiarato all’ANSA Maurizio Rustignoli, presidente della FIBA – Confesercenti e Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio. “La questione delle concessioni demaniali marittime è, pertanto, molto delicata – hanno continuato i vertici delle più importanti Associazioni di categoria degli imprenditori balneari – perché riguarda decine e decine di migliaia di aziende (perlopiù a gestione familiare), che rischiano di perdere il lavoro e i beni di proprietà per l’unico torto di avere confidato nelle leggi dello stato italiano. Ed è una materia assai complicata la cui attività di normazione presuppone la doverosa mappatura e ricognizione dell’esistente, così come espressamente e correttamente previsto nel disegno di legge sulla concorrenza. Riteniamo, quindi, di buon senso che qualsiasi provvedimento normativo, prima della sua adozione da parte del Governo, venga preceduto da un percorso conoscitivo, sottoposto a una concertazione con le categorie interessate e condiviso con gli Enti locali. Ci rifiutiamo di credere che la questione balneare venga strumentalizzata come arma di ‘distrazione di massa’ per evitare di affrontare ben altre questioni”.
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